giovedì 7 ottobre 2021

Come conciliare allenamento e vita sociale



La pratica del fitness spesso favorisce l'ingaggio in situazioni sociali, in modo diretto e indiretto (ne parleremo nel prossimo articolo).

A volte, tuttavia…

sembra che questi due aspetti della nostra vita non vadano affatto d’accordo: in alcuni casi la pratica del fitness impedisce di fruire pienamente delle relazioni sociali, o addirittura spinge a evitarle.

Ne parliamo in questo articolo.









FITNESS VS VACANZE ESTIVE 

Diverse persone ci hanno riportato la difficoltà vissuta durante le ferie di conciliare le proprie abitudini e routine legate al fitness con la condivisione di tempo e momenti con i propri compagni di viaggio:

 "Per allenarmi ho dovuto adottare dei ritmi diversi dagli altri e isolarmi" 

"Durante le cene tutti insieme ero sempre l'unica a rinunciare agli antipasti e al vino"

"Tutti mi facevano notare come le mie scelte alimentari fossero sempre diverse da quelle del resto del gruppo... Io, in effetti, mi sentivo per questo poco parte del gruppo"

"Ho rinunciato ad allenarmi in vacanza perché desideravo rimanere insieme agli altri… Però poi mi sentivo in colpa e in ansia!"



FITNESS VS VACANZE ESTIVE, MA NON SOLO

Queste stesse situazioni e sensazioni, in realtà, hanno modo di manifestarsi anche nella quotidianità, nel corso di tutto l'anno: 

"Ho dovuto rinunciare a un invito a uscire perché, se avessi accettato, avrei saltato la sessione di allenamento di quel giorno"

"Gli inviti alle feste mi mandano in crisi: c'è sempre del cibo non adatto al mio piano alimentare. Non vado alla festa? Vado e non mangio la torta? Ma non mi va di fare 'la diversa'..."

E lo stesso vale per il pranzo in famiglia della domenica, per quando il collega che va via porta i pasticcini in ufficio...

Insomma, sembra che ci siano poche alternative per le persone che  praticano fitness: 

se durante le situazioni sociali scelgono di comportarsi nello stesso modo di chi non è impegnato in un programma di allenamento e alimentazione sperimentano disagio, temendo di aver "sgarrato" eccessivamente;

se, invece, si attengono sempre e comunque al loro programma, a prescindere dalle situazioni in cui si trovano, ne perdono il gusto (della vacanza, del festeggiamento, della condivisione...).

Questo porta dunque le persone a fare una scelta: ritenendo difficile conciliarli, o rinunciano al fitness, o rinunciano -in diverse forme- alla socialità.



RIGIDITA' VS FLESSIBILITA'

L'obiettivo che noi come professionisti abbiamo in comune con le persone che a noi si rivolgono è quello di favorire il loro benessere (inteso a 360 gradi come benessere fisico e psicologico, strettamente connessi uno all’altro). Poiché è certamente salutare praticare regolarmente attività fisica, ma è altrettanto importante poter condividere del tempo con gli altri e stare bene insieme a loro, le situazioni in cui la pratica del fitness porta a sacrificare la socialità rivelano un approccio al fitness poco funzionale al raggiungimento (e al mantenimento) di una condizione di benessere.

Ciò che differenzia un modo sano da uno rischioso di approcciarsi al fitness potrebbe essere espresso nei concetti di FLESSIBILITA' da un lato e RIGIDITA' dall’altro.

Se sentiamo di non poter sospendere l’allenamento per due settimane di vacanza o di non poter andare a una cena con gli amici (perché dobbiamo allenarci, o perché temiamo di non poter mangiare ciò che mangiano gli altri, o, ancora, perché farlo ci procura disagio o ansia) ci ritroviamo limitati da un’attività che invece dovrebbe procurarci benessere. Tali situazioni dovrebbero farci scattare un campanello d’allarme, poiché indicano una modalità di approcciarsi al fitness estremamente rigida, che poco ha a che fare con il concetto di benessere. In alcuni casi, poi, questi scenari hanno una vera e propria deriva patologica (ad esempio, tanti pazienti che poi sviluppano disturbi del comportamento alimentare inizialmente si approcciano a diete e programmi di allenamento in modo “sano”, per poi scivolare, invece, in meccanismi molto pericolosi).

L’allenamento costante richiede impegno e serietà, ma la flessibilità è fondamentale per evitare che il fitness diventi l’unica cosa importante della nostra vita e che si trasformi nella necessità di un controllo assoluto e costante. E' fondamentale, infatti, che i programmi di allenamento e alimentazione non ostacolino la soddisfazione di altri bisogni fondamentali – tra cui, appunto, quello della socialità.

 

COME MAI SUCCEDE QUESTO?

Ma come mai alcune persone finiscono per approcciarsi al fitness in modo così rigido?

I motivi possono essere diversi…


Predisposizione individuale

Perché a fronte di programmi di allenamento e alimentazione simili alcune persone intraprendono percorsi rischiosi e altre no?
Non siamo tutti uguali: ognuno di noi è diversamente predisposto ad alcuni tratti di rigidità caratteriale, che, se presenti, si manifestano anche in altri ambiti della vita e che rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo delle pericolose dinamiche descritte sopra.


Momenti particolari

Oppure, ci sono persone che non presentano tratti di rigidità, ma che si avvicinano al fitness in momenti particolari della loro vita, tali per cui l’impegno nell’allenamento e nella dieta assumono un certo significato o assolvono a una determinata funzione dal punto di vista psicologico: questo potrebbe rendere tali persone maggiormente vulnerabili a intraprendere percorsi disfunzionali.


Il ruolo dei professionisti


Un altro aspetto da non sottovalutare è l’incontro con professionisti che, non riuscendo a cogliere la persona nella sua unicità, vi si approcciano senza considerarne la specificità della storia di vita, dei bisogni e degli obiettivi (diversi da cliente a cliente) e senza modulare il proprio modo di comunicare o di proporre i programmi.


COSA FARE?

Quale aiuto può offrire lo psicologo alle persone che si trovano in situazioni simili?

Molto dipende da che cosa ha portato la persona ad approcciarsi al fitness con modalità rigide e poco funzionali. Imprescindibile, dunque, è comprendere che cosa è successo, che cosa sta succedendo e perché. Siamo davanti a una delle tre situazioni appena descritte? O a un’altra ancora?

In ogni caso, è importante intervenire precocemente per evitare che abitudini disfunzionali si trasformino in pericolosi circoli viziosi che, una volta instaurati, sono molto difficili da sradicare.

Per questo motivo ti invito a contattarmi su justwellness.co 

Approfondiremo insieme questo argomento e valuteremo se il tuo approccio alla pratica di fitness è rigido oppure flessibile rendendolo poi ancor più adatto allo stile di vita che desideri avere.


Ti aspetto,


Teresa Sassetti
Psicologa
Team JUST Wellness & Co.


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